In medicina con effetto paradosso si intende la produzione, da parte di un principio attivo, di effetti indesiderati e opposti rispetto a quelli previsti o anche diversi a quelli ottenuti alla prima assunzione del principio.
Parafrasando, la legge 172 ha creato un effetto paradosso.
Mi riferisco alla fatturazione ogni quattro settimane per la telefonia mobile, linee internet e pay tv: con la 172 si è tornati ad emettere le fatture mensilmente ma c'è stato anche l'adeguamento del costo. Ovvero paghiamo quell'8.6% in più comunque.
Il 6 gennaio il Post parlava di questo senza però ancora sapere come si stavano organizzando per mettercelo nel culo anche con le nuove proposte.
Probabilmente lo sapete già, ma ve lo dico lo stesso, perché ho voglia di farlo.
24 giorni dopo, il 30 gennaio 2018, mi è capitato di passare in una piazza che potrei chiamare mobilville o mobiltown o little mobile, data la concentrazione di negozi che spacciano contratti telefonici e connessioni internet. Ci sono tutti, uno a fianco all'altro, uno di fronte all'altro. Leggo le proposte, tutte simili e clamorosamente tutte a quattro settimane. Faccio il giro delle vetrine e sono tutte così. Penso ingenuamente che non abbiano ancora avuto modo o tempo di cambiare il materiale pubblicitario.
Poi mi cade l'occhio su una scritta piccola, di quelle piccole piccole, quelle gabole da azzeccagarbugli. Allora controllo, rifaccio il giro della piazza e quella scritta c'è in ogni materiale informativo (ci metterei le virgolette ma non mi piacciono): quella scritta piccola piccola dice che ti vendo un prodotto ad un prezzo ma visto che hanno fatto la legge 172 dal 5 aprile prossimo quel prezzo sarà ridimensionato al costo mensile con un aumento pari all'8.6%.
Qull'ottovirgolaseipercento che mi si gonfierà una volta che ce l'avrò già dentro, creando un leggero ma pur maggiore e persistente fastidio. A cui probabilmente mi abituerò.
Gli operatori di telefonia mobile ed entertainment sono nati per fare soldi e non per farci sconti, mi sta bene.
Mi vendi un prodotto, mi fai il prezzo, decidi di aumentarlo in maniera arbitraria, tutto ok.
Ma se giochiamo a valetudo, vale tudo! Vale anche che io possa recedere prima dei dodici o ventiquattro mesi per qualsiasi motivo, non solo per la rimodulazione unilaterale del contratto, vale anche che non ti debba pagare la differenza della promozione, o la cauzione del modem barra decoder che sia. Vale anche che a cambiare gestore non devo avere solo il fastidio di farlo ma anche un vantaggio, perché deve esistere una sana concorrenza.
Invece mi ritrovo in un dedalo di cavilli, gabole, fatteleleggitroviamoglinganni e sopratutto di fronte ad un muro di multinazionali compatte che manco i cartelli della droga avrebbero saputo fare.
Se il pablito ben disegnato da Netflix e amato dal pubblico fosse vissuto in questi anni non sarebbe diventato un narcotrafficante ma un gigatrafficante: la PablEsco Dati, Mobile e Voce dominerebbe il mercato, lo so, lo vedo.
E magari, chissà, ci sarebbe vera concorrenza. Ma divago, sono finito nel what if di marvelliana fattura e ho perso di vista la realtà, dove invece di essere nel libero mercato siamo topi su un pavimento pieno di trappole per topi.
In preda all'effetto paradosso del medicinale 172 con l'AgCom a spargere trappole per topi sul pavimento, in maniera dissennata.
Parafrasando, la legge 172 ha creato un effetto paradosso.
Mi riferisco alla fatturazione ogni quattro settimane per la telefonia mobile, linee internet e pay tv: con la 172 si è tornati ad emettere le fatture mensilmente ma c'è stato anche l'adeguamento del costo. Ovvero paghiamo quell'8.6% in più comunque.
Il 6 gennaio il Post parlava di questo senza però ancora sapere come si stavano organizzando per mettercelo nel culo anche con le nuove proposte.
Probabilmente lo sapete già, ma ve lo dico lo stesso, perché ho voglia di farlo.
24 giorni dopo, il 30 gennaio 2018, mi è capitato di passare in una piazza che potrei chiamare mobilville o mobiltown o little mobile, data la concentrazione di negozi che spacciano contratti telefonici e connessioni internet. Ci sono tutti, uno a fianco all'altro, uno di fronte all'altro. Leggo le proposte, tutte simili e clamorosamente tutte a quattro settimane. Faccio il giro delle vetrine e sono tutte così. Penso ingenuamente che non abbiano ancora avuto modo o tempo di cambiare il materiale pubblicitario.
Poi mi cade l'occhio su una scritta piccola, di quelle piccole piccole, quelle gabole da azzeccagarbugli. Allora controllo, rifaccio il giro della piazza e quella scritta c'è in ogni materiale informativo (ci metterei le virgolette ma non mi piacciono): quella scritta piccola piccola dice che ti vendo un prodotto ad un prezzo ma visto che hanno fatto la legge 172 dal 5 aprile prossimo quel prezzo sarà ridimensionato al costo mensile con un aumento pari all'8.6%.
Qull'ottovirgolaseipercento che mi si gonfierà una volta che ce l'avrò già dentro, creando un leggero ma pur maggiore e persistente fastidio. A cui probabilmente mi abituerò.
Gli operatori di telefonia mobile ed entertainment sono nati per fare soldi e non per farci sconti, mi sta bene.
Mi vendi un prodotto, mi fai il prezzo, decidi di aumentarlo in maniera arbitraria, tutto ok.
Ma se giochiamo a valetudo, vale tudo! Vale anche che io possa recedere prima dei dodici o ventiquattro mesi per qualsiasi motivo, non solo per la rimodulazione unilaterale del contratto, vale anche che non ti debba pagare la differenza della promozione, o la cauzione del modem barra decoder che sia. Vale anche che a cambiare gestore non devo avere solo il fastidio di farlo ma anche un vantaggio, perché deve esistere una sana concorrenza.
Invece mi ritrovo in un dedalo di cavilli, gabole, fatteleleggitroviamoglinganni e sopratutto di fronte ad un muro di multinazionali compatte che manco i cartelli della droga avrebbero saputo fare.
Se il pablito ben disegnato da Netflix e amato dal pubblico fosse vissuto in questi anni non sarebbe diventato un narcotrafficante ma un gigatrafficante: la PablEsco Dati, Mobile e Voce dominerebbe il mercato, lo so, lo vedo.
E magari, chissà, ci sarebbe vera concorrenza. Ma divago, sono finito nel what if di marvelliana fattura e ho perso di vista la realtà, dove invece di essere nel libero mercato siamo topi su un pavimento pieno di trappole per topi.
In preda all'effetto paradosso del medicinale 172 con l'AgCom a spargere trappole per topi sul pavimento, in maniera dissennata.
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