Sono di sinistra, credo. Quantomeno ho una attitudine alla democrazia, che non so quanto mi aiuti in questo mondo di lupi. Non voglio dire che a destra non siano democratici. Se non si va nell'extra politica, nell'estremismo, dove gli estremi si toccano, più o meno siamo tutti democratici. Poi è vero: questo Paese ha vissuto una dittatura di destra mentre non è vero il contrario. Anzi dubito che ci siano stati dei veri comunisti in Italia.
Ma sto divagando con una premessa d'obbligo per spazzare via ogni strumentalizzazione o ogni etichetta politica su quello che andrò a dire.
Spesso mettiamo alla nostra intolleranza o alla nostra avversità la maschera dell'indignazione.
Lo spunto me lo da il caso Arcaplanet, ormai di qualche giorno fa, che ha ospitato nei propri locali l'associazione animalista I lupi danno la zampa, accusati di nascondere il vero animo politico di estrazione fascista dietro la facciata animalista.
Un evento che ha sollevato l'indignazione popolare.
Essendo di sinistra dovrei indignarmi anche io, nel caso "I lupi danno la zampa" fossero neofascisti.
Ma non ci riesco.
E non mi indignerò nemmeno quando proverete che sono neofascisti, perché stavano facendo una cosa che con la politica non c'entra un cazzo.
La politica ce l'ha spinta a forza chi voleva denigrare una parte contraria e avversa.
Su questo argomento leggo sedicenti virtuosi pronti a boicottare chi non la pensa come noi, che poi vorrei sapere come la pensiamo, pronti a negare voce, pensiero e azioni.
Allora mi vengono da fare delle considerazioni di pancia:
sono i dittatori a negare le libertà;
non esiste una politica buona ed una cattiva;
la superficialità pervade questi boicottaggi.
E la conseguenza naturale è che la facile indignazione sia di potenziali dittatori che se potessero porterebbero tutti sotto la propria ideologia, anche in maniera coercitiva usando, ad esempio, l'embargo.
Poi c'è la realtà, dove siamo ostaggi di questo sistema e ci stiamo abbastanza bene, seppur sul baratro, perché narcotizzati e l'embargo non è che un hashtag su twitter.
Ci indigniamo spesso e volentieri, troppo spesso e volentieri. Siamo come dei tabagisti che smettono di fumare quando vanno a dormire per riprendere il mattino successivo. Non sappiamo neanche più contro cosa stiamo combattendo.
E ci crediamo virtuosi (anche voi lì a destra non siete da meno).
Ecco, vedi, per essere virtuosi bisogna entrare in ogni negozio, supermercato, discount e chiedere se sono dalla nostra parte; bisogna chiedere se hanno licenziato qualcuno e perché; bisogna informarsi su Netflix, Amazon, Ikea, Sky, Spotify, Samsung, Google, Facebook, Twitter, Mediaset Premium, la telefonia mobile ...
Sono sicuro che si troverebbe almeno un motivo per boicottare ognuno di loro.
Per essere virtuosi bisogna mettere da parte la propria vita, dedicarsi solo a quell'obbiettivo;
essere virtuosi è un percorso infinito e in salita, un lavoro immane.
Oppure essere personaggi di fantasia, come Tyler Durden o Rust Cohle.
Che hanno boicottato il sistema e la vita.
Boicotta il sistema o in alternativa boicotta la vita.
Tutto il resto è quaquaraquàquismo.
Ma sto divagando con una premessa d'obbligo per spazzare via ogni strumentalizzazione o ogni etichetta politica su quello che andrò a dire.
Spesso mettiamo alla nostra intolleranza o alla nostra avversità la maschera dell'indignazione.
Lo spunto me lo da il caso Arcaplanet, ormai di qualche giorno fa, che ha ospitato nei propri locali l'associazione animalista I lupi danno la zampa, accusati di nascondere il vero animo politico di estrazione fascista dietro la facciata animalista.
Un evento che ha sollevato l'indignazione popolare.
Essendo di sinistra dovrei indignarmi anche io, nel caso "I lupi danno la zampa" fossero neofascisti.
Ma non ci riesco.
E non mi indignerò nemmeno quando proverete che sono neofascisti, perché stavano facendo una cosa che con la politica non c'entra un cazzo.
La politica ce l'ha spinta a forza chi voleva denigrare una parte contraria e avversa.
Su questo argomento leggo sedicenti virtuosi pronti a boicottare chi non la pensa come noi, che poi vorrei sapere come la pensiamo, pronti a negare voce, pensiero e azioni.
Allora mi vengono da fare delle considerazioni di pancia:
sono i dittatori a negare le libertà;
non esiste una politica buona ed una cattiva;
la superficialità pervade questi boicottaggi.
E la conseguenza naturale è che la facile indignazione sia di potenziali dittatori che se potessero porterebbero tutti sotto la propria ideologia, anche in maniera coercitiva usando, ad esempio, l'embargo.
Poi c'è la realtà, dove siamo ostaggi di questo sistema e ci stiamo abbastanza bene, seppur sul baratro, perché narcotizzati e l'embargo non è che un hashtag su twitter.
Ci indigniamo spesso e volentieri, troppo spesso e volentieri. Siamo come dei tabagisti che smettono di fumare quando vanno a dormire per riprendere il mattino successivo. Non sappiamo neanche più contro cosa stiamo combattendo.
E ci crediamo virtuosi (anche voi lì a destra non siete da meno).
Ecco, vedi, per essere virtuosi bisogna entrare in ogni negozio, supermercato, discount e chiedere se sono dalla nostra parte; bisogna chiedere se hanno licenziato qualcuno e perché; bisogna informarsi su Netflix, Amazon, Ikea, Sky, Spotify, Samsung, Google, Facebook, Twitter, Mediaset Premium, la telefonia mobile ...
Sono sicuro che si troverebbe almeno un motivo per boicottare ognuno di loro.
Per essere virtuosi bisogna mettere da parte la propria vita, dedicarsi solo a quell'obbiettivo;
essere virtuosi è un percorso infinito e in salita, un lavoro immane.
Oppure essere personaggi di fantasia, come Tyler Durden o Rust Cohle.
Che hanno boicottato il sistema e la vita.
Boicotta il sistema o in alternativa boicotta la vita.
Tutto il resto è quaquaraquàquismo.
Commenti
Posta un commento